Considerazioni sui casi di tumore nell’Area della Ricerca
di Firenze del Consiglio Nazionale delle Ricerche
di:
Riccardo Benedetti (membro RSU), Manuela Corongiu (RLS e membro RSU) Consorzio Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale
Lorenzo Bigagli (RLS), Giovanni La Penna (RLS) Area della Ricerca di Firenze del Consiglio Nazionale delle Ricerche
Fonte http://eprints.bice.rm.cnr.it/
Sommario
Recentemente, tra i dipendenti dell’Area della Ricerca di Firenze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) presso il Polo Scientifico di Sesto Fiorentino si è verificato un numero preoccupante di casi di tumore. L’AziendaSanitaria di Firenze (ASF) e l’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO) di Firenze, con l’interessamento dell’Azienda Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, hanno indagato la questione, concludendo che il numero di casi verificatisi non è statisticamente superiore alla media territoriale e che non è stata riscontrata la presenza di fattori di rischio ambientale.
Questo documento evidenzia svariati aspetti critici, sia nel merito che nel metodo, dell’indagine condotta, con particolare riferimento all’approfondimento statistico.
In conclusione, si ritiene che l’intervento di ASF-ISPO non costituisca un’indagine accurata e che sia stato insufficiente e sbrigativo. Si raccomandano ulteriori approfondimenti e interventi di monitoraggio e prevenzione sul personale e sull’ambiente dell’Area CNR, del Polo Scientifico e della Piana in generale.
1) Introduzione
Nel seguito di questa sezione si introducono i fatti essenziali, le definizioni e i dati rilevanti. La sezione 2 descrive l’approfondimento statistico condotto dal gruppo di lavoro ASF-ISPO, discusso nella sezione 3. La sezione 3.1 affronta la questione quantitativamente, ricorrendo a moderni metodi di teoria della probabilità. Infine, la sezione 4 riporta le conclusioni degli autori.
1.1 Fatti essenziali
Il 9 agosto 2013, un dipendente dell’Area della Ricerca di Firenze del CNR segnala alle Rappresentanze SindacaliUnitarie (RSU) i numerosi casi di tumore riscontrati tra i colleghi: 9 casi di tumore al seno e 1 caso di leucemia negli ultimi due anni.
Il 19 agosto 2013, le RSU trasmettono la segnalazione ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).
Il 16 settembre 2013, in una riunione tra Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), RLS e Medico Competente (MC) dell’Area CNR, si decide di contattare l’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO) di Firenze e l’Azienda Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT), nonché di monitorare i lavoratori CNR da parte del MC.
Il 18 settembre 2013, l’ARPAT comunica di poter dare risposte solo dietro richiesta diretta di enti pubblici o locali.
Il 17 ottobre 2013, in un incontro di RLS, RSPP e MC con responsabili dell’ISPO, si decide di contattare l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) competente.
Il 29 novembre 2013, avviene l’incontro di RSPP e RLS con responsabili dell’Azienda Sanitaria di Firenze (ASF). L’ASF richiede i dati relativi a mansioni, sesso ed età dei dipendenti a tempo indeterminato dell’Area CNR.
Il 13 dicembre 2013, l’RSPP invia alla ASF i dati richiesti, per l’anno 2013 (v. tabella 1).
Nel gennaio 2014 RLS e RSU del CNR sollecitano svariate volte ASF e ARPAT. I RLS del CNR si rivolgono alla Camera del Lavoro di Sesto Fiorentino (CGIL), il cui segretario Marcello Corti chiede e ottiene un incontro congiunto con il Sindaco, Gianni Gianassi.
Il 4 febbraio 2014, quest’ultimo, in qualità di autorità sanitaria sul territorio, sollecita per scritto ASF a svolgere le dovute indagini. ASF e ARPAT rispondono al
Sindaco e al presidente dell’Area CNR che i dati sono in corso di elaborazione da parte della Unità Operativa di Epidemiologia.
Il 17 marzo 2014, in una riunione tra RLS e ASF, si decide di far preparare, a cura del RSPP, le planimetrie dell’Area CNR con la dislocazione precisa della grossa
strumentazione e dei locali rifiuti rispetto agli uffici in cui lavorano i dipendenti interessati da patologie. I dati sono inviati al Dipartimento della Prevenzione ASF.
Il 16 aprile 2014, RSU e RLS decidono di informare i lavoratori nel corso di un’assemblea del personale circa tutto l’iter della segnalazione.
Il 16 giugno 2014, si tiene un primo incontro coordinato dal Dipartimento della Prevenzione della ASF, a cui partecipano RSPP, RSU, RLS dell’Area CNR. Sono ri-
portati i risultati delle elaborazioni dei dati e il percorso di monitoraggio che sarà intrapreso di conseguenza.
Il 19 settembre 2014, si tiene un secondo incontro, presso il Dipartimento della Prevenzione ASF.
Nell’autunno 2014 il gruppo di lavoro ASF-ISPO svolge un’indagine epidemiologica comprensiva della somministrazione di un questionario ad alcune dipendenti, di un approndimento statistico (v. sezione 2), di un approfondimento ambientale outdoor (richiesto ad ARPAT) e di misure di campionamento di alcuni inquinanti indoor.
Il 20 ottobre 2014, si svolge un incontro con tutto il personale CNR, in cui sono presentati i risultati preliminari dell’indagine. Nonostante la convocazione, ARPAT non si presenta all’incontro. Il Direttore del Dipartimento di Prevenzione ASL 10, Dott. Giuseppe Petrioli, comunica che è stata riconosciuta l’esistenza di un cluster, ossia un numero di casi superiore alle attese, statisticamente significativo al 99%, di tumori al seno nelle dipendenti CNR dell’Area, dovuto a cause al momento ignote. La Dott.ssa Lucia Miligi, dell’Unità Operativa di Epidemiologia dell’ISPO, mostra una lettera di ARPAT ad ASF dell’aprile 2014, in cui ARPAT dichiara che, sulla base dei propri dati, non ci sono contaminazioni ambientali nella zona.
Quindi riporta che è stato condotto uno studio di coorte sui tumori alla mammella, considerando un campione di 90 dipendenti CNR su un periodo di 10 anni, periodo medio di latenza della patologia. Proiettando l’incidenza media del registro dei tumori per la zona Prato-Firenze, si attendevano 1,4 casi di tumore, invece dei 6 riscontrati nel campione.
Il 23-25 ottobre 2014, la stampa locale riprende la notizia con un certo rilievo. Tra novembre e dicembre 2014, circa 300 afferenti al Polo Scientifico (di cui circa 250 al CNR) firmano una petizione rivolta ai direttori dell’Area CNR affinché promuovano una campagna di misure ambientali e un’indagine sanitaria/epidemiologica, in coordinamento con l’Università di Firenze. Analoghe petizioni circolano presso altre istituzioni del Polo Scientifico.
Il 17 novembre 2014, vengono eseguite le misurazione degli inquinanti indoor, installando per 24 ore una trentina di campionatori passivi all’interno e all’esterno della struttura CNR. Inoltre sono eseguite alcune misure del campo elettromagnetico al piano terra dell’edificio F.
Il 21 gennaio 2015, dopo varie sollecitazioni da parte di personale del Polo, il gruppo di lavoro ASF-ISPO rilascia una relazione finale, in cui si conclude che:
“l’aggregazione di casi che si è verificato [sic] al CNR non è statisticamente superiore all’atteso e gli approfondimenti condotti non hanno documentato la presenza di fattori di rischio insiti nel luogo di lavoro che lo possano spiegare.”
[1, p. 2] L’11 febbraio 2015, il Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale (LaMMA) invia all’ASF alcune osservazioni in merito a dubbi sollevati dalla relazione, in particolare riguardo alla metodologia utilizzata.
Il 2 marzo 2015, la ASF risponde con alcune integrazioni alla relazione, che tuttavia non chiariscono completamente i dubbi sollevati.
Il 15 giugno 2015, durante un’assemblea del personale CNR a cui partecipa anche personale del LaMMA, si discutono le criticità della relazione ASF-ISPO e i risultati di un’analisi probabilistica dell’incidenza del carcinoma mammario sulle dipendenti CNR, che risulterebbero soggette a un rischio più alto rispetto alla media della popolazione di Firenze e Prato, con una probabilità intorno al 95%. Si dà mandato ai nuovi RLS di sollecitare ulteriori approfondimenti e interventi di monitoraggio e prevenzione.